Alla Dakar restano solo Francesco Catanese e Paolo Sabatucci

Alla Dakar restano solo Francesco Catanese e Paolo Sabatucci

Dei 17 piloti ritirati ieri nella seconda speciale ben cinque sono italiani, come per Botturi, hanno dovuto abbandonare: Alex Zanotti, Carlo Seminara, Diocleziano Toia, Gaetano De Filippo, Filippo Talini. Al team Picco ora restano in gara solo Francesco Catanese e Paolo Sabatucci

Dopo Botturi è toccato a Carlo Seminara (Yamaha) raggiungere il bivacco, in elicottero. Franco Picco – il suo team manager – è andato subito alla tenda medica, dove lo avevano chiamato, ma ha potuto constatare che il suo pilota non aveva nessun problema fisico. Solo una caduta e qualche contusione, ma anche nel suo caso, l’aver utilizzato l’elicottero si traduce in un immediato ritiro. “Non ricordo nulla di quanto accaduto. So che nella prima tappa avevo avuto problemi di benzina e che l’avevo persa quasi tutta. Nella seconda avevo cominciato con difficoltà legate sempre alla benzina e poi ho un black out, non ricordo più nulla, solo di essermi risvegliato e di essermi trovato nella tenda medica al bivacco”

Diocleziano Toia (KTM) – altro pilota italiano ritirato ieri – si è fatto male ieri ma tosto com’è non ha voluto l’elicottero. Toia è volato sulle dune, dove sicuramente stava andando troppo forte, e si è rotto la scapola. E’ stato fermo un po’ lì, a terra, cercando di capire l’entità del danno e poi è ripartito in moto. “Mai e poi mai avrei preso l’elicottero. Alla fine della speciale volevo arrivare solo con le mie forze”. E così ha fatto, con il braccio sinistro praticamente inutilizzabile ha guidato per oltre 200 chilometri arrivando a fine tappa all’imbrunire. E’ andato alla tenda medica, al bivacco, con le sue gambe e quando è entrato ha annunciato al medico la sua frattura. Il medico lo ha guardato sospettoso e gli ha risposto “Nessuno con una frattura del genere riuscirebbe a guidare la moto fino a qui”, ma quando Toia è stato sottoposto alle radiografie la netta frattura composta è risultata inequivocabile. La spalla è stata immobilizzata e Toia se n’è andato verso il suo camion mestamente.

Ma non finisce qui. Verso le 10 e mezza di sera per il bivacco, in accappatoio si aggirava Filippo Talini (Ktm). Ha deciso di ritirarsi dalla gara: “Ero a venti chilometri dalla fine speciale ma davvero non ce la facevo più. Ero distrutto, completamente, e allora ho preso la decisione di ritirarmi”. Ma non per questo Talini ha risolto la sua stanchezza, anzi. Uscendo in quel punto della speciale, Talini si trovava ancora più lontano dal bivacco rispetto alla fine del settore selettivo e così senza indicazioni, ma con il solo aiuto del pubblico, ha dovuto fare un giro lunghissimo, fra pista ed asfalto per raggiungere San Rafael. A differenza degli altri non è demoralizzato, gli dispiace, questo sì, però nello stesso tempo ammette i suoi limiti e capisce che deve fermarsi, perchè quella era solo la seconda tappa e davanti ce ne sono ancora 11, molto più difficili di questa. Quando gli chiedo se ha notizie di Libralesso mi dice ” Era insieme a me ma non ha voluto ritirarsi. Ha detto che si fermava per riposarsi e poi ripartiva fra una mezz’oretta. Non l’ho più visto al bivacco e quindi non so poi in realtà che cosa abbia fatto”.

Umile nella sua decisione di fermarsi, stamattina, anche Gaetano De Filippo (TM). “Ieri ho faticato moltissimo nella seconda tappa e sono arrivato al bivacco davvero stanchissimo. Appena sceso dalla moto mi sono seduto e mi sono addormentato. Non ce la faccio, lo ammetto, è troppo pesante per me”. Inoltre il parziale disidratamento gli ha portato dei problemi di gonfiore e di dolore ai piedi ed è stato costretto a fermarsi tre volte ieri in speciale per togliersi gli stivali. “Ho provato stamattina a rimettermeli perchè la voglia di partire per la terza tappa era fortissima, ma non ce l’ho fatta. Il piede sinistro mi fa davvero troppo male. Mi ritiro e torno a casa, ma sto già pensando all’anno prossimo”.

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