Quanto l’abbigliamento influisce sulla performance di un atleta
di Andrea Tiberi
1998: avevo 13 anni, partecipavo come cicloturista alla Granfondo “La Via dei Saraceni”, la mia prima “gara” di MTB; Sauze d’Oulx, 1500 m.s.l.m., pochi chilometri da casa mia.
Era luglio ma, si sa, in montagna le stagioni non esistono: esistono le giornate belle e le giornate brutte. Il GPM era a quota 2.500mt e quel giorno ahimè era una giornata brutta; bruttissima. E nelle giornate bruttissime, in montagna, a luglio, può anche nevicare.
Andavo in bici da poco tempo e in famiglia il ciclismo era una cosa nuova, che si praticava solo d’estate, nelle giornate belle; quindi il mio equipaggiamento erano un paio di pantaloncini, una maglietta, un paio di calzini corti, che a quei tempi si usavano cortissimi e un paio di guanti; era tutto; e così partii.
Che poi caso vuole che quei guanti fossero guanti termici; avevo chiesto dei guanti da MTB, lunghi, in regalo e mia mamma aveva comprato questi guanti che erano lunghi, si ma non da MTB.
Erano guanti da strada, molto tecnici, termici, bellissimi ma non da MTB. E io c’ero rimasto un po’ male lì per lì ma quel giorno quando mi ero svegliato e avevo visto quel tempaccio ero felice di averli. Che forse quel giorno sono arrivato all’arrivo solo grazie a quei guanti.
Rimasi in giro 3h e 20min, su un percorso che oggi coprirei in 1h e 30min. Ero un po’ improvvisato ma avevo una motivazione enorme.
Quindi, nella mia carriera è andata così… ho imparato molto presto cosa volesse dire affrontare una gara senza l’abbigliamento adeguato.
Su, in alto, c’erano 4°C e pioveva; piovve tutto il tempo; ma poteva andare peggio, poteva nevicare.
Da quella prima esperienza dall’approccio assolutamente inadeguato ho imparato negli anni ad essere sempre più attento ed esigente in quanto ad abbigliamento, per un motivo al quale, in questo tempo, ho dato sempre più importanza: l’abbigliamento influisce (eccome) sulla nostra performance.
Influisce fondamentalmente sotto due punti di vista: comfort e capacità di termoregolazione.
Comfort
Tutti noi trascorriamo parecchie ore in sella alla bicicletta e sappiamo che la prima regola per poter esprimere il meglio di sé, è quella di mettere il nostro fisico nelle condizioni ottimali di lavoro, affinché non emergano sofferenze che a lungo andare potrebbero portare ad un calo della prestazione. Questo vale per la scelta della scarpa giusta, vale per la posizione in sella e vale ovviamente, per quello che indossiamo.
Materiali, fondelli, cuciture, tagli… negli ultimi 20 anni, quelli che io ho passato in sella, c’è stata un’evoluzione enorme dei materiali e oggi giorno i capi tecnici sono arrivati ad un livello di cura e sviluppo tali da sembrare una seconda pelle addosso.
Questo è stato possibile anche grazie al lavoro di sviluppo che le aziende intraprendono insieme a chi sulla bici ci passa la maggior parte del tempo e ha bisogno di migliorare ogni singolo aspetto della propria performance: i professionisti.
La quantità di ore passate in sella e soprattutto la capacità di portare al limite i materiali, fanno sì che la sensibilità di un professionista nell’ambito dello sviluppo e test di nuovi prodotti sia una risorsa molto importante per le aziende interessate a questo scopo.
Tutto ciò a vantaggio ovviamente di chi poi questi materiali andrà ad acquistarli per la propria attività amatoriale, di livello più o meno alto ma in ogni caso degna di essere praticata nelle migliori condizioni possibili; per chi in bici ci va per divertimento e non per lavoro, ogni uscita dovrebbe restituire il massimo dei sacrifici che vengono fatti per essere lì, in quel momento, in termini di “piacere di pedalare” e questo, in parte, passa anche da un abbigliamento adeguato, confortevole e studiato per permetterti di dare il meglio.
Termoregolazione
La termoregolazione è una delle attività per cui il nostro corpo spende la maggior parte dell’energia.
Il nostro corpo consuma calorie quando fa caldo, per abbassare la temperatura attraverso la sudorazione e la respirazione; consuma calorie quando fa freddo, per mantenere la giusta temperatura corporea attraverso una vera e propria “combustione” a livello cellulare.
Anche durante l’attività sportiva, ovviamente, questi processi sono attivi e sapendo che la maggior parte dell’energia la destiniamo per l’attività muscolare, quella che ci permette di spingere e far girare i pedali, quanta più energia riusciremo a risparmiare per la termoregolazione, tanto più ne avremo a disposizione per pedalare.
Ma non solo, in casi “estremi” (vedi la mia prima esperienza di gara), ovvero condizioni in cui il nostro fisico “percepisce” una seria difficoltà nel mantenere la temperatura nei giusti “range”, viene messa in atto una vera e propria limitazione all’attività muscolare; questa è una sorta di auto protezione, che il fisico mette in atto per “risparmiare” energia a favore della termoregolazione e che ci impedisce, anche se lo volessimo, di dare il 100% in quel momento.
Ci sarà capitato a tutti, magari in condizioni di freddo intenso, di non riuscire a raggiungere i nostri ritmi massimi di esercizio; bene il motivo è proprio questo ma se vi dovesse ricapitare, non prendetevela con gli istinti “conservativi” del vostro corpo, perché è proprio questo che fanno, ci “conservano” o, per meglio dire, “proteggono” (da noi stessi, tra l’altro).
Ovviamente l’abbigliamento riveste un ruolo fondamentale nell’assistere la termoregolazione corporea e sarà più o meno importante quanto più le temperature si faranno estreme.
Freddo
Nel caso del “freddo” è importante “prevenire” uno stato di raffreddamento dal quale è sempre complicato recuperare nel corso dell’uscita.
Prevenire il raffreddamento vuol dire essere coperti abbastanza da non sentire il freddo ad inizio allenamento/gara ma anche essere flessibili e utilizzare materiali che evitino l’eccessiva sudorazione; questo è importante soprattutto se ci troviamo ad affrontare lunghe salite con conseguenti lunghe discese, dove la possibilità di patire un raffreddamento eccessivo è molto alta.
Ed è importante anche per mantenere un corretto funzionamento a livello digestivo; se patiamo una condizione di raffreddamento, diventerà più complicato anche alimentarsi per via del fatto che il nostro sistema digestivo sarà anch’esso in difficoltà.
TIPS: quando fa freddo, qualche caloria in più è bene assumerla attraverso l’integrazione in corsa, per supportare il maggior consumo calorico ed è anche consigliato un maggior consumo di proteine e grassi (buoni) nel pasto che precede l’allenamento/gara.
-> Scopri il focus di Andrea sul FREDDO
Caldo
Si pensa che con il caldo l’abbigliamento sia meno importante e invece anche in questo caso i materiali possono fare la differenza, sia per l’intimo che per il medio strato.
Qui sudare si suda, in ogni caso; ma ci sono materiali che anche durante la sudorazione permettono una maggior traspirazione e ventilazione sulla pelle poiché si asciugano più velocemente ed accumulano meno sudore al proprio interno. Questo oltre ad essere un vantaggio durante la sudorazione stessa è anche un vantaggio quando, ad esempio, scolliniamo su un passo ad alta quota e iniziamo la discesa con l’aria che in montagna è (quasi) sempre fresca e mai piacevole su una maglia zuppa di sudore.
TIPS: in previsione di una gara “calda” iniziate a integrare liquidi e sali già da qualche giorno prima, integrare “solo” il giorno della gara spesso non è sufficiente.
-> Scopri il focus di Andrea sul CALDO
La regola dei tre strati
Tre è, quasi sempre, il numero giusto di strati da indossare e per tre intendiamo un primo strato, intimo, un medio strato traspirante e un “guscio” antivento o antipioggia da mettere o togliere a seconda della necessità. In questo modo si riesce ad avere sempre il giusto grado di traspirabilità, protezione e flessibilità.
Quello che cambia ovviamente è lo “spessore” di ogni strato; esistono vari gradi di traspirabilità, termicità, impermeabilità, tutto sta nel combinare tra loro i giusti strati e i giusti accessori, tenendo conto di quello che prevediamo sarà il meteo sul nostro percorso ma anche di quello che potrebbe essere imprevisto. E in montagna l’imprevisto è quasi la norma.
Nei prossimi appuntamenti affronteremo più nello specifico le possibili condizioni che si possono trovare a fine agosto, in Austria, in alta montagna, nella GranFondo più dura al mondo.
4 commenti su “In montagna le stagioni non esistono”
IVAN
Sarei interessato a qualsiasi consiglio inoltre a provare abbigliamento visto che tornero’all’otzaeler anche quest’ anno dopo aver sofferto anno scorso 10 ore di acqua e freddo
SIXS
Ciao Ivan, presto arriveranno i consigli specifici per l’Ötztaler Radmarathon, non preoccuparti!
Luca Tenan
uso da tempo questi prodotti ne ho smanicato mezza manica e a manica lunga sono di qualità e durevoli nel tempo
Luigi
Ciao mi piacerebbe avere altre informazioni visto che quest’anno parteciperò per la prima volta all’oetzaler grazie