Fascino a non finire per questa gara. Mitologia, battaglie memorablili, gesta epica di eroi che conosciamo fin da quando eravamo bambini. Questo ci sovviene alla mente parlando di due città che hanno cullato la civiltà moderna e ne hanno posto le relative basi. Storici e filosofi che hanno forgiato la mente di noi poveri comuni mortali, contribuiscono poi a rendere immemorabile e ricca di un fascino millenario la semplice parola “Grecia”.
In questo contesto inserite un’ultramaratona che trae spunto dal mito. Da Atene a Sparta.
La leggenda narra che Filippide percorse il tragitto da Atene a Sparta con una richiesta di aiuto per fronteggiare l’invasione persiana, gli Spartani, però, si rifiutarono di schierarsi dalla parte degli Attici credendo in una sicura sconfitta e confidando in un loro successivo predominio in tutta la Grecia.
Così non andò.
Gli Ateniesi, come ben sapete, sconfissero i Persiani nella battaglia di Maratona e Filippide corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria e spirare subito dopo.
Se volete cimentarvi con (o contro, a seconda dei punti di vista) la storia dovete correre i 246 km della Spartathlon, attraversando l’istmo di Corinto, la piana di Argo e i monti dell’Arcadia.
L’arrivo è ai piedi della statua di re Leonida.
E’ con queste premesse che il nostro Andrea Zambon (detto Darta per gli amici) ha corso la sua Spartathlon 2011, rigorsamente in SIXS!
Riportiamo una bella intervista rilasciata al giornale “La Nuova Venezia”.
Quando concludi la gara baci i piedi della statua di Leonida, e due ragazze nelle vesti delle ancelle spartane ti offrono da bere da una coppa l’acqua sacra del fiume Eurota, e ti mettono sul capo una corona di ulivo, nel pieno rispetto delle antiche tradizioni olimpiche. Poi concludi la prova camminando tra due ali di folla.
Andrea Zambon, 39enne muranese, ricorda così le emozioni del cerimoniale all’arrivo della Spartathlon, una delle prove più massacranti nel circuito delle ultramaratone mondiali. Una gara lunga 246 chilometri da correre tutta d’un fiato. In essa la storia antica dell’emerodromo greco che percorse il targitto tra Atene e Sparta all’epoca della battaglia tra greci e persiani. Un tempo in cui gli emerodromi riuscivano a coprire in 24 ore almeno 200 chilometri per portare messaggi a chi serviva. Anche Zambon ce l’ha fatta: ha emulato i messaggeri dell’antichità greca, e lo ha fatto solo pochi giorni fa, vincendo una sfida con sé stesso dopo l’amarezza dell’anno scorso, quando fu costretto a ritirarsi dopo 124 chilometri per colpa di uno choc anafilattico.
Avevo mangiato del riso coi piselli lungo il percorso per alimentarmi durante la gara, ma ero allergico a quei legumi. Mi hanno salvato la vita con cortisone e adrenalina. Quest’anno ero deciso a rifarmi, e ci sono riuscito, chiudendo 80°, unico veneziano a farcela, sui 140 che hanno terminato la prova, ma eravamo partiti in 300.
Certo, riuscire ad arrivare primi è una soddisfazione, ma quella vera è poter terminare una di queste manifestazioni ed è giusto che a questa disciplina sia data la sua importanza. In Grecia, oltretutto, ripercorri la storia, transiti nei luoghi della mitologia.
La Spartathlon è ancor più dura perché hai un tempo limite più ristretto rispetto alle altre ultramaratone e ultrarail. Qui si doveva chiudere entro 36 ore, e se non rispetti il tempo in uno dei 74 punti di controllo sei fuori.
Partenza alle 7 del mattino dal Partenone di Atene, arrivo ai piedi della statua di Leonida a Sparta.
Quando ho visto la statua e l’ho toccata, ho provato una immensa emozione. Con alcuni amici gestiamo da tempo un sito dedicato a queste prove (www.distanceplus.com) e finora abbiamo già registrato 14 mila visite e oltre 600 commenti. Questo sport ti espone a enormi sacrifici e prove, anche disumane, ma alla fine lo conoscono in pochi.
Andrea, evidentemente non pago degli sforzi profusi in Grecia, ha così deciso di partecipare alla maratona di Venezia – Venicemaraton – assieme ad altri 6.500 atleti, completando la corse con un tempo di 3h e 21min.
Spartathlon: correre nella storia
Tags: Andrea Zambon | Darta | maratona di Venezia | Spartathlon | Venicemaraton
Fascino a non finire per questa gara. Mitologia, battaglie memorablili, gesta epica di eroi che conosciamo fin da quando eravamo bambini. Questo ci sovviene alla mente parlando di due città che hanno cullato la civiltà moderna e ne hanno posto le relative basi. Storici e filosofi che hanno forgiato la mente di noi poveri comuni mortali, contribuiscono poi a rendere immemorabile e ricca di un fascino millenario la semplice parola “Grecia”.
In questo contesto inserite un’ultramaratona che trae spunto dal mito. Da Atene a Sparta.
La leggenda narra che Filippide percorse il tragitto da Atene a Sparta con una richiesta di aiuto per fronteggiare l’invasione persiana, gli Spartani, però, si rifiutarono di schierarsi dalla parte degli Attici credendo in una sicura sconfitta e confidando in un loro successivo predominio in tutta la Grecia.
Così non andò.
Gli Ateniesi, come ben sapete, sconfissero i Persiani nella battaglia di Maratona e Filippide corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria e spirare subito dopo.
Se volete cimentarvi con (o contro, a seconda dei punti di vista) la storia dovete correre i 246 km della Spartathlon, attraversando l’istmo di Corinto, la piana di Argo e i monti dell’Arcadia.
L’arrivo è ai piedi della statua di re Leonida.
E’ con queste premesse che il nostro Andrea Zambon (detto Darta per gli amici) ha corso la sua Spartathlon 2011, rigorsamente in SIXS!
Riportiamo una bella intervista rilasciata al giornale “La Nuova Venezia”.
Andrea Zambon, 39enne muranese, ricorda così le emozioni del cerimoniale all’arrivo della Spartathlon, una delle prove più massacranti nel circuito delle ultramaratone mondiali. Una gara lunga 246 chilometri da correre tutta d’un fiato. In essa la storia antica dell’emerodromo greco che percorse il targitto tra Atene e Sparta all’epoca della battaglia tra greci e persiani. Un tempo in cui gli emerodromi riuscivano a coprire in 24 ore almeno 200 chilometri per portare messaggi a chi serviva. Anche Zambon ce l’ha fatta: ha emulato i messaggeri dell’antichità greca, e lo ha fatto solo pochi giorni fa, vincendo una sfida con sé stesso dopo l’amarezza dell’anno scorso, quando fu costretto a ritirarsi dopo 124 chilometri per colpa di uno choc anafilattico.
Partenza alle 7 del mattino dal Partenone di Atene, arrivo ai piedi della statua di Leonida a Sparta.
Andrea, evidentemente non pago degli sforzi profusi in Grecia, ha così deciso di partecipare alla maratona di Venezia – Venicemaraton – assieme ad altri 6.500 atleti, completando la corse con un tempo di 3h e 21min.